Il Ministero dello Sviluppo Economico
mette a disposizione, attraverso la Struttura per le Crisi d’Impresa,
strumenti per sostenere le aziende in difficoltà che in Italia oramai si
avviano a raggiungere il numero di 200.
Sulla carta appare tutto perfetto, ma non è così!
Con il nuovo Governo ci si aspettava un
bagno di umiltà ed una ripartenza con la giusta marcia, tavolo di crisi è
un’espressione purtroppo ormai consolidata nella gestione delle crisi
aziendali in Italia, ma con risoluzioni pari a zero.
Ricordiamo che sono gestite dal Mise,
convocati periodicamente partecipano i dirigenti del ministero
incaricati di seguire la politica industriale, i rappresentanti
dell’azienda e del sindacato.
Gli incontri si concludono con la
definizione di un verbale che tiene conto dello stato dell’arte relativo
a procedure di mobilità, riorganizzazione o ristrutturazione.
Situazioni di difficoltà che ormai
caratterizzano molti settori dalla siderurgia all’agroalimentare, con le
crescenti difficoltà della grande distribuzione organizzata, che
affliggono il territorio senza grandi distinzioni tra Nord e Sud.
Sulle vertenze in corso relative al territorio di Palermo e provincia, è intervenuto il sindacato Ugl del capoluogo regionale.
“Sono crisi che non conoscono pause,
l’inaspettata crisi di Governo ci ha dato il colpo di grazia, in
particolare per quanto concerne le aziende operanti sul territorio di
Palermo e della sua provincia – dichiara il Segretario responsabile
dell’Ugl palermitana, Franco Fasola – sono ben 158 i tavoli aperti in
attesa di soluzioni, fra le quali Almaviva, Blutec, Lear Corporation e
Fincantieri, che orbitano nel nostro comprensorio, adesso ci
domandiamo quale futuro avranno in un’economia territoriale oramai
asfittica e senza prospettive future, considerato che tutti gli incontri
sulle vertenze aperte che ci riguardano si sono sempre conclusi al
massimo con la concessione o la proroga della cassa integrazione
straordinaria, di fatto nessuna soluzione reale è stata trovata, adesso
più che mai nutriamo alla luce del nuovo scenario politico forti
preoccupazioni per la sopravvivenza delle nostre aziende”.